Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009

Inserto - Primi passi e proposte
Differenziata a Marano: si può

Il 70% di raccolta differenziata renderebbe inutili megadiscariche e megainceneritori: un traguardo lontano dovunque in Campania, specie a Marano. Eppure è dai cittadini che deve partire l'impegno, con il supporto della amministrazione

di Carmela Maria Orlando

Traguardi obbligati
Nonostante la convivenza forzata con la discarica di Chiaiano da oltre tre mesi a ridosso del proprio territorio, a Marano la raccolta differenziata stenta ancora a partire. È pronta in comune la bozza del capitolato di gara per assegnare il servizio di raccolta differenziata ad una ditta esterna. Per arrivare quindi alla completa operatività bisognerà attendere ancora qualche mese. Intanto, entro la fine dell'anno è necessario raggiungere il 25 per cento di differenziata, un traguardo importante. La percentuale è stabilita dal Piano regionale dei rifiuti (ordinanza del Commissario delegato per l'emergenza dei rifiuti n. 500 del 30 dicembre 2007). Il comune che non lo farà si vedrà imporre una maggiorazione sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati pari al 15 per cento dell'importo stabilito per ogni tonnellata di rifiuto conferita agli impianti di trattamento e smaltimento. Quindi, il rincaro delle imposte sui rifiuti peserà sulle tasche dei cittadini.

Cittadini attivi e responsabili
Marano finora, per varie ragioni e responsabilità ascrivibili ad attori diversi, è molto indietro con la raccolta differenziata. Solo da poco il comune si è iscritto al SIR (Sistema Informativo Rifiuti) della Provincia di Napoli, che monitora in tempo reale la percentuale di differenziata per i 92 comuni di appartenenza. Eppure, anche a Marano esiste una fascia virtuosa di cittadini che procedono con la differenziata. Molto virtuosa, se si pensa che chi a Marano raccoglie i materiali differenziati in casa, se li carica poi in auto per scaricarli nei bidoni multi-materiale (le cosiddette "isole ecologiche") presenti nei comuni limitrofi; oppure, come fanno i cittadini dei comitati anti-discarica, li portano ogni sabato mattina presso il presidio della "Rosa dei Venti" dove alcuni giovani raccolgono questo materiale, che poi viene venduto presso l'isola ecologica di Scampia. Il denaro così racimolato (circa 600 euro al mese) serve per pagare le spese legali dei ricorsi fatti nei mesi passati per impedire l'apertura dello sversatoio di Chiaiano.
Con il progetto "Campania Pulita" - realizzato dal Conai insieme al sottosegretariato ai rifiuti - tutti i cittadini, le associazioni di volontariato iscritte all'albo regionale e nazionale della Protezione Civile e le parrocchie della Campania possono raccogliere e consegnare imballaggi di acciaio, alluminio, carta, plastica e vetro direttamente ai centri di raccolta allestiti presso le piattaforme convenzionate con il Conai, ricevendo in cambio un corrispettivo. Questa iniziativa la dice lunga su come i rifiuti, quando sono correttamente smaltiti e trattati, più che un problema, rappresentano una reale possibilità economica: si sottraggono così alle multinazionali dei Cip6 (quelle implicate nelle megadiscariche, nei megastoccaggi e nei megainceneritori) risorse per riconsegnarle ai comuni, che dal corretto riciclo dei rifiuti potrebbero guadagnare e investire quindi il ricavato in altre attività, e soprattutto sarebbero in grado di creare un numero di posti di lavoro di considerevole entità, e perfino molto interessanti dal punto di vista delle tecnologie di punta e della ricerca avanzata.

Appello all'onestà intellettuale
Il mancato avvio della raccolta differenziata a Marano è stato motivo di forti contrasti tra maggioranza e opposizione. È necessario quindi ripercorrere, eventi e dati alla mano, le tappe di questa odissea.
Superata l'emergenza rifiuti che ha attanagliato tutta la provincia di Napoli (grazie anche alla decisione di conferire i rifiuti, in piena emergenza, in un sito provvisorio di stoccaggio, una decisione costata poi molto cara al sindaco che così aveva cercato di risparmiare alla città la tragedia delle montagne di rifiuti per strada), l'amministrazione aveva annunciato l'avvio della raccolta differenziata: per circa due mesi è stata allestita un'isola ecologica che però poi è stato costretto a chiudere perché "Il comune di Marano, nell'ambito del progetto sperimentale per l'incremento della raccolta differenziata, si avvale del Consorzio Unico delle province di Napoli e Caserta" (art. 10, comma 8 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3705 del 18/09/2008). Vale a dire: amministrando autonomamente il servizio, il comune di Marano si poneva automaticamente fuori legge.
Il piano comunale di Marano per la raccolta differenziata dei rifiuti è del 10 marzo 2008. Il progetto definiva un insieme di misure - si legge nell'ordinanza comunale - "coerenti con il definitivo superamento delle problematiche di gestione dei rifiuti, prevenendo il ripetersi di analoghe situazioni di emergenza, e conformi al Piano regionale dei rifiuti urbani della Regione Campania approvato dal Commissario Delegato per l'emergenza rifiuti". Nella realizzazione del progetto erano state coinvolte le scuole, le parrocchie e le associazioni di volontariato del Forum del Terzo Settore. Proprio alle associazioni di volontariato del terzo Settore, insieme al Nucleo di Protezione Civile Comunale e alla Protezione Civile Nazionale, era stata affidata durante l'estate la gestione dell'isola ecologica e del censimento delle utenze, per verificare zona per zona nella città dove predisporre i cassonetti multi-materiale in cui scaricare i materiali differenziati prelevati con la raccolta porta a porta. Nel luglio 2008 il comune ha fatto un primo bando di gara per la gestione della raccolta, andato deserto. Un altro ostacolo sarebbe sorto da lì a poco: con una tempistica perfetta, l'OPCM n. 3695 del 31/07/2008 disponeva: "sono annullate le procedure di gara relative all'affidamento del servizio di raccolta differenziata bandite e non ancora aggiudicate alla data della presente ordinanza" (art. 4, comma 3) e aggiungeva: "gli eventuali provvedimenti di affidamento del servizio del ciclo integrato dei rifiuti e/o del servizio di raccolta differenziata a soggetti diversi dai Consorzi di bacino, adottati dai Comuni successivamente alla data della presente ordinanza" (art. 4, comma 4). A questo punto il comune è stato obbligato a rifarsi direttamente al sottosegretariato. Ciò fino alla firma del protocollo d'intesa lo scorso 3 febbraio. Firmato il protocollo, il passo successivo è il capitolato di gara in cui dovranno essere specificati i tempi e i modi con cui dovrà avvenire la raccolta differenziata (vedi box in questa pagina).

Ripartire un po' più avanti
E così si riparte di nuovo, ma non da zero. A Marano potrebbero ritornare utili le isole ecologiche che la scorsa estate (fino alla loro forzata chiusura) la cittadinanza ha mostrato di voler utilizzare in modo consistente.
Risultati migliori verrebbero però dalla raccolta porta a porta. Anche su questo fronte il comune sarebbe pronto a partire: infatti i volontari delle associazioni del Forum del Terzo Settore hanno concluso a settembre il censimento delle utenze, per verificare zona per zona nella città dove predisporre i cassonetti multi-materiale in cui scaricare i materiali differenziati prelevati con la raccolta porta a porta

 

 

 

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